IL BAGAGLIO DA PORTARE

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TRADIZIONE E CAMBIAMENTO Tutte le cose cambiano, ma individuare il momento esatto in cui cambiano non è semplice, specie nei cambiamenti umani, non solo organici, ma passionali e razionali. Neanche possiamo stabilire se il cambiamento è buono o cattivo, perchè il giudizio è individuale e cambia con il contesto e con i tempi. Passato e futuro sono il respiro di un cosmo inafferrabile, non una guerra fra il vecchio e il nuovo, perchè anche senza guerre lo stesso tutto si rinnova. L'individuo non è il cosmo, il suo respiro è nel presente, la storia non lascia strati nella mente, per questo occorre leggerla sui libri, per questo siamo capaci d'inventare cose magnifiche e insieme ripetere più volte gli stessi errori. Le soluzioni umane non sgorgano dalla terra come il gas, sono frutto del  pensiero, che si conserva nella memoria o scorre nei desideri. Quello che siamo oggi è il frutto del desiderio di ieri, per questo tutti i saggi di tutti i popoli insegnano ai bambini a conoscere e amare il passato prima di tutto. La macchina del cambiamento può aspettare, perchè spesso è manovrata dai disonesti, dai potenti, dagli imbecilli o dai fanatici. In natura, a parte i cataclismi, il vero cambiamento è lento e si chiama evoluzione. La vita dell'uomo sembra distendersi su un tapis roulant, camminando costantemente su un ponte fra passato e futuro e rendendo impercettibili i passaggi dell'evoluzione.

LIBERTA' Per partecipare al progetto del borgo rurale, occorre favorire la nascita delle idee e liberarsi da ogni forma di ideologia. Le ideologie, tipicamente politiche, si diffondono anche nelle zone del cervello dove la politica non dovrebbe essere, mettendo in crisi la lucidità e l'equilibrio. Ma la ragione politica è secondaria rispetto ad un'altra: il bisogno di riconoscersi in qualcosa, per vedersi valorizzati e non sentirsi soli. Così si sceglie una vita "impegnata", protetta da un'idea comune, si frequentano le associazioni, si diventa ambientalisti, animalisti, non violenti, vegetariani, si frequentano le comunità e le comuni, che si governano sedendosi tutti in cerchio, per cercare il consenso unanime, rifiutando il leaderismo e lo specismo. Si frequentano i centri di benessere spirituale,  si conosce il buddismo, si pratica yoga, shiatsu, e così via per un elenco interminabile di teorie o di pratiche che promettono la scomparsa della sofferenza. Nel nostro viaggio di ritornto alla natura questo è un bagaglio che non si può portare, perchè si va per i campi a lavorare, per riprendere la gioia fra le mani e smettere di sognare. Qui si ricomincia da capo, per purificarsi da una cultura suadente e mistificata. I divieti, le etichette, le appartenenze, le virtù sociali, i codici salutistici, l'etica garantista, tutte medicine per una vita carcerata. La natura non promette nulla, ma dona la libertà. A chi vuole davvero la libertà. Libertà non è dovere scegliere qualcosa, ma potere scegliere nulla.

MODO Per fare le cose bisogna farle, non serve a niente parlarne, girare intorno, incontrare, consultare, parlare, scrivere...

Io non scrivo per decidere cosa fare, ma per raccontare quello che ho fatto. La mia riconversione dura da dodici anni e non vede punti d'arrivo. Finalmente riesco a sentirmi a casa sia dentro che fuori e vedere la luce e il buio come parti dello stesso giorno.  Il valore delle misure è ridotto a zero. Non serve più garantirsi il minimo, qui si spende tutto per non sentirsi poveri. Si sta qui per vivere e lavorare, lavorare per vivere, contribuire alla costruzione dei progetti, alle decisioni ordinarie e starordinarie, alle scelte dell'oggi e a quelle del domani. Si sta qui per fare il gruppo e vedere spuntare l'ossatura della fabbrica della vita, dove riconoscersi, sentirsi bene e non vedersi mai fuggire.

TEMPO Questo è il momento di cominciare, perchè tutti i momenti sono buoni. Non c'è più niente da aspettare, l'attesa fino a qui era quella che si doveva fare. Per prendere parte a questo viaggio, si salta sul treno che procede piano, per conoscere la storia, il territorio e la terra da lavorare, per entrare nella casa che accoglie con il calore quotidiano e con i problemi della convivenza e della vita minimale. Il luogo dove vivere si sceglie perchè sia adatto allo scopo e perchè piace, ma occorre che nasca e si sviluppi con esso una buona sinergia, che scatta in un istante o chissà quando. Questo è il tempo di cominciare.

LUOGO Riconosciamo la bellezza e l'importanza di tutti i luoghi del pianeta, ma questo viaggio si fa in terra di Sicilia, per costruire un borgo siciliano, per riscoprire le tracce delle genti siciliane, forgiate su un numero imprecisato di civiltà fra le più fiorenti ed avanzate dall'età del bronzo fino ad oggi. Le tracce presenti in questo luogo pervengono fino a noi attraverso una discendenza familiare che dura dal 1695, la rivoluzione francese doveva ancora attendere 94 anni! La conformazione geografica del territorio risponde perfettamente ad esigenze di approvvigionamento e distribuzione delle risorse principali, diversità colturali, esposizione climatica, difesa dagli incendi. Tutto questo ci spiega il concetto della permacultura senza averla mai conosciuta. I manufatti costruiti in epoche diverse usano luoghi e materiali del posto, sapendo insinuarsi fin dentro le grotte o elevarsi su bastioni e torri. Gli impianti idraulici e i terrazzamenti rispondono all’esigenza di organizzare e razionalizzare il tutto. Chi ha lavorato qui era abile agricoltore, vinificatore e olivicoltore, ma anche scalpellino, muratore, esperto di muri a secco, idraulico, fabbro e sapeva allevare e governare gli animali. Il concetto dell’autosufficienza in questo podere non è scritto da nessuna parte ma si legge ovunque. Il progetto e il luogo coincidono: l'antico podere è insieme il fine e il mezzo. Lavoriamo per lui, lui c'insegnerà e lavorerà per noi.

 

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